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| Ciao Alberto,
ti dico quel (poco) che so su alcuni assi a camme. L’asse “E” l’ho trovato anch’io su motori del Kanguro credo seconda serie (i primissimi montavano quello del 3 ½ GT mentre gli ultimi montavano l’”M”), non so dirti nulla sulle prestazioni perché non l’ho mai provato, dal momento che mi risulta avere una fasatura poco differente rispetto al GT, quindi non sufficientemente spinta da giustificarne l’impiego sui motori che ho assemblato. L’asse a camme dello sport, marchiato “S”, inizia a tirare verso i 6.000 giri ma è piuttosto vuoto in basso, inoltre enfatizza il noto buco di carburazione attorno ai 4.500 giri. Essendo un albero piuttosto vecchio (1974) non lo ritengo riuscitissimo. Veramente ottimo invece l’”M”, montato sugli ultimi Kanguro e sul K2: quest’albero garantisce un motore sempre presente, lineare e godibilissimo, con una bella coppia in basso ma anche disponibile a girare in alto. E’ l’albero che attualmente ho nel motore del mio GT e ne sono veramente soddisfatto. Al riguardo cito un aneddoto raccontatomi da Lambertini in persona a un raduno tenutosi lo scorso giugno vicino Pistoia: quando lo provavano al banco, le prestazioni furono così buone da suscitare l’esclamazione “Madonna che bene che va!” Da qui il battesimo – o meglio la benedizione – di quest’albero con la lettera “M”. L’”L” è un albero per il motore 500 ed è considerato il migliore asse a camme mai prodotto per i bicilindrici, ma non so dirti come vada sul 350. Io stesso ne ho uno da parte e sono ancora indeciso se impiegarlo per il motore che sto assemblando in questo periodo. Magari qualcuno più esperto saprà darci qualche indicazione in più al riguardo.
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